(di Flavia Balestra) L’Irpinia sconvolta dal maxi sequestro di 10mila bottiglie di falsi Taurasi e Greco di Tufo. Un attacco che ha scosso il comparto dei viticoltori impegnati costantemente con passione nel preservare la qualità dei prodotti irpini. Si parla non solo di danno economico, ma anche morale. In Irpinia vengono prodotti vini di alta qualità. Sono tre le varietà Docg prodotte: Taurasi, Greco di Tufo e Fiano do Avellino.
Ad eseguire il provvedimento di sequestro, che ha coinvolto anche falsi vini Falanghina, sono stati i Carabinieri Forestali delle Stazioni di Lacedonia e Volturara Irpina, coadiuvati dagli ispettori ministeriali dell’I.C.Q.R.F. – Ufficio per l’Italia Meridionale. Oltre il maxi sequestro delle bottiglie di vino di svariate qualità di origine protetta, tra le quali Taurasi, Greco di Tufo, Falanghina, e migliaia di ettolitri di vino sfuso non ancora imbottigliato. Vino presente nelle cantine di note aziende di Forino e Montefalcione, zone tipiche di produzione vitivinicola. Il sequestro è stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Avellino su richiesta della Procura, a conclusione di mirate indagini che hanno portato ad acquisire gravi indizi dei reati di frode nell’esercizio del commercio e vendita di prodotti industriali con segni mendaci.
Le investigazioni hanno fatto ergere una condotta continuata di messa in commercio di vini imbottigliati ed etichettati come varietà protette dei vitigni della zona irpino-sannita, in difetto, tuttavia, della relativa certificazione rilasciata dall’Organismo ministeriale preposto, con apposti contrassegni certificativi non corrispondenti e in assenza del controllo del rispetto dei disciplinari di produzione.
Contestati anche i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale connessa alla sottrazione di più di mille ettolitri di vino da una precedente impresa dichiarata fallita e riconducibili ai medesimi soggetti, e di falsità ideologica del privato in atto pubblico per le successive movimentazioni del vino sottratto che venivano realizzate facendole apparire come provenienti dal curatore fallimentare.
Il provvedimento eseguito rappresenta il primo e significativo risultato dell’attività di indagine svolta dal Gruppo specializzato per il contrasto alle frodi agroalimentari, istituito presso la Procura della Repubblica di Avellino per una più incisiva tutela del territorio e delle sue eccellenze.