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L'elefante, il gigante che collabora

2023-01-23 13:44

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Attualità, Selvaggio e Libero, Rubrica, animali,

L'elefante, il gigante che collabora

(di Flavia Balestra) Maestoso e pacifico, ma anche capace di scatti d'ira. L'elefante è uno degli animali più interessante che ci sia

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(di Flavia Balestra) Maestoso e pacifico, ma anche capace di scatti d'ira. Certo è che dal punto di vista espressivo l'elefante è uno degli animali più interessanti che ci sia, oggetto di studio e di ricerca pur tra significative difficoltà (mancano infatti prove sistematiche e il vuoto di conoscenza è dovuto soprattutto al pericolo e alla difficoltà di sottoporre quello che è il più grande animale terrestre a esperimenti sul comportamento).

E' proprio la loro sfera cerebrale a suscitare interesse, in quanto quest'animale dimostra di possedere un'intelligenza emotiva, cognitiva e sociale. Ci interesseremo soprattutto della terza, vale a dire della capacità degli elefanti di intessere una serie di straordinarie relazioni. Intanto studi dell'Università di Cambridge ci dicono che ogni azione posta in essere da un elefante è frutto della elaborazione di un pensiero. Ciò perché il loro quoziente intellettivo è molto alto, addirittura da vertici nella specie animale. Si pensi alla capacità di immagazzinare ricordi e, in base ad essi, porre in essere dei comportamenti. E' dunque fondata su un motivo accertato dalla scienza il detto che spesso ci sentiamo dire (o speriamo di sentirci dire): "Hai proprio la memoria di un elefante". Gli elefanti vedono, immagazzinano informazioni "dentro" un ippocampo di grandi dimensioni che appare come un deposito in cui si accumulano e vengono conservate informazioni. Per poi tirarle fuori quando servono.

Ed allora, essi provano emozioni come gioia e dolore, amicizia ed amore, stress, anche rabbia (quando un elefante è arrabbiato ...meglio non farsi vedere in giro!). La loro capacità di essere altruisti li porta ad avere grande considerazione per la propria specie: si pensi al momento della morte di un piccolo o di un adulto di elefante, che viene celebrato davvero, dagli altri esemplari, a mo' di funerale, con determinati rituali. Con la proboscide l'elefante annusa e tocca i resti del cadavere, ne ha cura, cerca di coprirlo con fogliame come ad invocarne rispetto, torna poi sul luogo del "funerale" quasi a voler rinnovare il dolore. 

Ed è proprio grazie alla loro notevole intelligenza che gli elefanti dimostrano una elevata capacità di problem-solving: indicano con una zampa un oggetto, comunicano e cooperano sia con gesti che con suoni, coadiuvando con individui della sua stessa o altra specie. Non è un caso che spesso gli elefanti abbiano compreso i pericoli in cui incappava l'uomo a cui è legato, prestandogli aiuto.

Per testare il loro grado di cooperazione è stato adattato agli elefanti un esperimento testato sulle scimmie. Esso ha dimostrato come gli elefanti possono apprendere come coordinarsi con un altro esemplare in un'azione che prevede di tirare due estremità della stessa corsa al fine di ottenere una ricompensa. E nell'azione sono stati persino "solidali"  se il partner era in ritardo e non poteva utilizzare la corda: una sorta di comprensione della cooperazione. Gli elefanti, in conclusione, si dimostrano naturali risolutori di problemi. E, per farlo, utilizzano con incredibile disinvoltura le loro inconfondibili proboscidi.

 

Fonti:

- "Elephant Emotions", Public Broadcasting Service, Nature

Credit 

- Elephants know when they need a helping trunk in a cooperative task by Joshua M. Plotnik et al., 2010

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Direttore responsabile Katiuscia Guarino
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